Snow, finally

Nevica, finalmente anche quest’anno. Ormai eravamo convinti che sarebbe terminato l’inverno senza neve. Senza il rito della passeggiata “solo per lasciare le impronte” sulla neve fresca, per sentire il rumore che fa, e quel profumo di fresco, ed il silenzio attorno.
Si dice che ciascuno ama la stagione in cui è nato, non so se sia vero ma io amo la neve che cade e temo il caldo dell’estate. Senza esagerare ma in condizioni normali per il tragitto casa-lavoro in inverno è sufficiente coprirsi un po’, in estate invece non basta svestirsi…

Adesso mi copro ed esco ad ascoltare il silenzio, e respirare il fresco!

Le Bolle Di Magadino

Le Bolle di Magadino è il nome della riserva naturale (zone umide) sul delta del fiume Ticino, importante luogo di sosta per le specie migratrici.

Ma che cosa significa “Bolle”? Con un po’ di fatica ne ho trovato il significato, deriva da un “elvetismo”
Bolla -> Palude, acquitrino. Dialetto: bóla. Ricorre in parecchi toponimi ticinesi.

Fino alla fine del 19esimo secolo il Piano di Magadino era un paradiso della biodiversità. A causa dei costanti allagamenti, del corso del fiume Ticino e della malaria però non era abitabile. La popolazione viveva nei villaggi sui versanti dei monti che circondano il piano e molti erano costretti ad emigrare a causa della povertà,

Poi l’uomo ha iniziato a domare e a forgiare la natura: ha costruito gallerie attraverso le Alpi, ha corretto il corso del fiume Ticino ed ha cominciato a sfruttare intensamente i terreni agricoli; sul Piano di Magadino sono state costruite strade ed anche un aeroporto.

Le Bolle di Magadino sono rimaste l’ultimo bastione della natura. Il corso del fiume Ticino è rimasto immutato e, tempo fa, si è deciso di proteggere questa riserva naturale.
Dal 1974, le Bolle di Magadino sono protette grazie all’iniziativa di alcuni privati, all’impegno di ONG, del WWF, di ProNatura, dei Comuni, ma anche grazie all’ottima collaborazione tra il Canton Ticino e la Confederazione.
– Berna, 05.05.2010 – Inaugurazione del progetto “Delta Vivo”, Moritz Leuenberger, Bolle di Magadino